: Anonimo
: Cenni sul brigantaggio Ricordi di un antico bersagliere
: Paperleaves
: 9791255930662
: 1
: CHF 4.50
:
: Regional- und Ländergeschichte
: Italian
: 133
: Wasserzeichen
: PC/MAC/eReader/Tablet
: ePUB
L'auto e, un anonimo maggiore dei bersaglieri, rievoca la sua esperienza durante la campagna contro il brigantaggio che nel periodo post-unitario interessò il sud d'Italia. Nel pubblicare questo piccolo mio lavoro non ho avuto altro scopo tranne quello di ricordare in qualche modo alla giovine generazione quei giorni funesti e pericolosi attraversati dall'Italia, quando ad un tempo, guerreggiando contro lo straniero e rovesciando troni, al grido di Vittorio Emanuele Re d'Italia agognava all'unificazione della Patria. Senza note, ho scritto ciò che è rimasto più impresso nella mia mente, per cui spero essere perdonato se dopo tanti anni fossi incorso in qualche errore di cronologia, ed avessi errato talvolta nell'apprezzare le cose accadute. Giudichi benignamente il Lettore l'opera mia e riponga nella memoria quegli aneddoti, che per quanto interessanti ed istruttivi, la storia troppo spesso trascura. Se questo riuscirò ad ottenere sarà largo compenso alla per me non poca fatica.

II.


L’indomani, con un battaglione della Guardia Nazionale e due cannoni, eravamo di guardia al palazzo reale. Persuaso che nulla poteva accadere d’importante, alla sera mi recai all’adiacente teatro San Carlo, prevenendo il capitano più anziano che, in caso di bisogno, mi avesse fatto chiamare. Ammiravo la splendida e grandiosa sala, i dorati palchetti guerniti di belle ed eleganti signore, e mi compiacevo di poter assistere ad un magnifico spettacolo, come se ne soleva rappresentare in questo gran teatro; la numerosa e buona orchestra cominciava ad accordare gli strumenti, quando, volgendo lo sguardo al fondo della platea, vidi un tenente del battaglione che, alzando la destra, indicava volere parlarmi. Lasciata la poltrona, rincontrai nel vestibolo: “il generale Cialdini, mi disse, la vuole subito al Comando”.

Accorsi e trovai invece il generale Piola-Caselli, che, un poco contrariato per il mio ritardo, mi ricevé con queste parole: “Ella avrà senza dubbio udito parlare del doloroso ed infame fatto di Casalduni e Pontelandolfo; orbene, il generale Cialdini non ordina, ma desidera che di quei due paesi non rimanga più pietra sopra pietra.

Avverta che a Maddaloni vi è un partito che s’agita per insorgere, che a San Lupo il comandante la Guardia Nazionale, essendo proprietario di cave nei dintorni ed impresario di un ponte, ha molto interesse a mantenere l’ordine in quei luoghi; ella potrà avere informazioni dal medesimo, però non se ne fidi di troppo.

Ella è autorizzata a ricorrere a qualunque mezzo, e non dimentichi che il generale desidera che siano vendicati quei poveri soldati, infliggendo la più severa punizione a quei due paesi. Ha ella ben capito?...”.

“Generale, risposi io, so benissimo come si devono interpretare i desiderii del generale Cialdini: ho fatto la campagna della Crimea e quella del 1859 sotto i suoi ordini, e so per prova come egli sia uso a comandare e ad essere ubbidito”; ciò detto m’accomiatai e ritornai al teatro, ove potei ancora godere di due atti degliUgonotti e del grande balloI Bianchi e i Neri.

Il battaglione non essendo stato rilevato che l’indomani nel pomeriggio, non potei arrivare a Maddaloni che a notte inoltrata. Informato dal Sindaco e dal comandante la Guardia Nazionale che il partito sovversivo era incapace ad agire alle nostre spalle, mi misi in marcia per Solopaca.

 

Sul far del giorno il tenente d’avanguardia mi riferiva aver fermata una vettura con persone molto sospette; avvicinatomi a questa e sceso da cavallo, scorsi nell’interno due donne ed a loro dirimpetto un popolano ed un borghese con distintivi di capitano sul berretto, con un pugnale alla cintura ed un fucile fra le gambe. Appena questo mi vide, furibondo scese dalla vettura e mi rivolse queste parole: “Maggiore, io sono capitano della Guardia Nazionale; arrestate quel furfante, quell’assassino, indicando il popolano; egli porta manifesti a stampa ai compagni di Maddaloni per eccitarli alla rivoluzione.” Quindi rivolto a lui, che a bocca aperta, ad occhi stralunati dalla sorpresa, non poteva profferire parola, agitato gli disse: “Ah!... brigante... assassino!... tu mi hai fatto soffrire pene d’inferno... Ebbene sappilo: io mi sono f