Prologo
GAGE
Estate – Prima dell’ultimo anno
«Fuori fa fottutamente caldo», dico, buttandomi su una sedia fuori dalla caffetteria dove Declan e Braxton sono già seduti e bevono i loro caffè freddi. Hanno una tonnellata di fogli sparsi davanti a loro: testi e spartiti. Passiamo la maggior parte del tempo a scrivere e suonare.
Quando ci saremo diplomati, l’obiettivo è quello di ottenere un contratto firmato dalla casa discografica dei genitori di Camden, la “Blackwood Records”.
Quando ero piccolo e strimpellavo la batteria che mio zio mi comprò per Natale, non avrei mai immaginato di avere la possibilità di suonare professionalmente. Ogni sera, quando mia madre doveva andare al lavoro, usavo il Wi-Fi del nostro vicino di casa per guardare su YouTube i video tutorial su come suonare. Non ho mai pensato che sarei andato da nessuna parte, fino a quando ho incontrato Camden, Declan e Braxton, che erano determinati a formare una band e avevano bisogno di un batterista. Ho suonato per loro – e il padre di Camden – e ho imparato. Secondo Easton, ero veramente bravo e un giorno avrei avuto successo suonando quelle percussioni.
I pensieri tornano a mio zio. Era l’unica persona decente nella mia vita. Ma è morto di malattia cardiaca solo pochi mesi prima di mia mamma, lasciandomi in questo mondo di merda.
«È dannatamente caldo», concorda Declan, allontanandomi dalle mie riflessioni. Solleva un foglio e dà uno sguardo a una canzone che ha scritto Braxton. «Penso che oggi ci siano quaranta gradi.»
Lascia cadere il foglio e beve un sorso del suo caffè. «Cazzo, fa troppo caldo per lavorare sulla musica.»
«È troppo caldo anche per muoversi», dico, asciugando il sudore che scorre sulla mia fronte. «Chi diavolo può pensare con queste temperature?»
Vivo a New York da tutta la vita, e non sono ancora abituato ai mesi in cui le ondate di calore ci investono. Per fortuna, l’autunno e poi l’inverno arriveranno tra pochi mesi, e questo tempo ridicolo sarà sostituito con neve e ghiaccio. Lo preferisco all’umidità.
«Sai cosa dovremmo fare?» dice Declan, mostrandoci il suo telefono, con un’immagine di un gruppo di nostri compagni di classe in spiaggia.
Sto per dirgli che ha perso la testa quando vedo una compagna di classe in particolare: capelli rossi, piercing, occhi verdi e il corpo di una dannata dea. Tori Spears è la definizione di un tipico e bollente sogno adolescenziale.
«Ci sto», dico senza esitazione.
Ho gli occhi su di lei da mesi; l’unico problema è che lei e le sue migliori amiche, Layla e Kaylee, hanno fatto il patto di non avere storie da quando il fidanzato di Layla l’ha tradita e le ha spezzato il cuore. Ma, dal momento che stiamo per iniziare il nostro ultimo anno, spero che quell’accordo di merda sia finito, così da fare le mie mosse e guadagnarmi un’occasione.
«Non ti piace nessuno di quegli stronzi», dice Braxton con una risata, leggendomi la mente.
«Non ho bisogno di loro per entrare in acqua e rinfrescarmi.»
Mi alzo, bevo l’ultimo goccio del mio caffè freddo e getto la tazza nella spazzatura. «Fa troppo caldo anche per fumare. Fanculo, andiamo!»
Declan ridacchia. «Ha visto Tori nella foto. È fissato da mesi.»
«Tori?» dice Braxton con una risata. «Beh, in realtà, capisco. È una cheerleader emo. Gonne corte, rossetto nero e calze a rete. È la meno vivace tra le cheerleader, una combinazione perfetta.»
Declan annuisce, e io do un pugno a Braxton sul braccio. «Vaffanculo, stronzo. Andiamo.»
Quando arriviamo alla spiaggia, il posto è pieno e quasi considero l’idea di tornare indietro, ma poi mi ricordo che stare a casa fa schifo e Tori è qui. Dopo aver guardato in giro, la vedo insieme a Kaylee e Layla. È sdraiata sul telo, coperta da un cazzo di bikini sexy ed è circondata da un gruppo di coglioni.
Layla si accorge di noi, seguita da Kaylee e Tori, il cui sguardo mi fissa per diversi secondi.
Sussurrano qualcosa tra loro, e pochi secondi dopo, si dirigono nella nostra direzione. Hanno costumi striminziti, ma Tori è l’unica che vedo.
Ha un bikini nero e si avvicina a me sussurrando: «Lasciati andare.» Le sue labbra si avvicinino alle mie.
Il bacio è intensissimo. Le nostre bocche e lingue si divorano l’un l’altra. Ha un sapore dolce come la menta, e mentre il nostro bacio si approfondisce, la gomma responsabile del suo sapore mi finisce in bocca. Quando si rende conto di ciò che ha fatto, si tira indietro e ride. «Mi dispiace! Non doveva succedere…»
«Il