: Erica Giopp
: Südtirol. Piccolo manuale di sopravvivenza
: Edition Raetia
: 9788872839027
: 1
: CHF 7.60
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: Humor, Satire, Kabarett
: Italian
: 152
: Wasserzeichen
: PC/MAC/eReader/Tablet
: ePUB
Lasciare la città, gli amici, la vita mondana, gli spaghetti alla carbonara e trasferirsi per un anno in un'estrema provincia d'Italia che non è proprio Italia, dove si parla un tedesco che non è proprio tedesco, dove tutti praticano assiduamente sport che non sono proprio sport. Per una romana d'adozione come Erica Giopp l'Alto Adige, anzi il Südtirol, è una montagna da scalare, e non solo metaforicamente, una terra aliena da scoprire tra bizzarri equivoci, sentimenti contrastanti e odori forti. Un vivace e divertente manuale di sopravvivenza per 'nuovi montanari' e per tutti coloro che accettano la più ardua delle sfide: trascorrere un anno in Südtirol e decidere, nonostante tutto, di rimanervi. » l'Alto Adige dal punto di vista di un nuovo arrivato » consigli utili per i vacanzieri » divertente, informativo, affettuoso

Erica Giopp, nata a Pieve di Cadore nelle Dolomiti, ha studiato Lingue orientali e successivamente lavorato per un tour operator cinese, vivendo tra Roma e Pechino. Nel 2016 si è licenziata e per un anno ha viaggiato intorno al mondo di porto in porto, chiedendo passaggi alle barche in transito. Un'esperienza che racconta in Un anno in Barcastop (Alpine Studio, 2019), libro che si è aggiudicato il Premio Gambrinus per la letteratura di viaggio. Al rientro in Italia è tornata a operare nel settore turistico come libera professionista, iscrivendosi a un corso per Wanderleiter in Südtirol con l'obiettivo di portare i cinesi sulle Dolomiti. Con la pandemia di Covid si è ritrovata a frequentare assiduamente l'Alto Adige e ha iniziato così a lavorare per l'azienda di suo nonno in Val Pusteria, dedicandosi allo studio delle energie rinnovabili. Si è messa quindi a studiare il tedesco e poi il dialetto sudtirolese, a scalare e a fare sci alpinismo, a contemplare i canederli nella sua dieta e a bere Radler.

Böhmische Liebe

Südtiroler Spitzbuam

Freie Menschen


I sudtirolesi, uomini liberi.

L’analisi che segue non vuole porsi a definizione di tutti gli abitanti del Südtirol, sarebbe ardito quanto definire “i cinesi”: sono troppi. Vuole piuttosto approfondire le tipologie di sudtirolese con cui ho avuto a che fare durante il mio primo anno di perma nenza in Südtirol. Rivolgo dunque un appello agli abitanti di Kaltern, Deutschnofen, Kurtatsch e St. Gertraud, di non sen tirsi presi in causa: non mi sono mai occupata di svolgere un’analisi delle loro pantofole, dei loro tagli di capelli e tanto meno delle loro unghie, pertanto qualsiasi somiglianza e analogia è da considerarsi puramente casuale.

Tschurtschenthaler, Oberpertinger, Untersteiner, Runggaldier, Schwingshackl, Großgasteiger, Mayer con la y e Maier con la i: uomini liberi.

Avere a che fare con i sudtirolesi significa misurarsi con uomini liberi, uomini che hanno plasmato l’espressione massima della qualità della vita, l’espressione massima dell’equilibrio tra lavoro e tempo libero. I sudtirolesi, infatti, hanno fatto del proprio tempo libero un culto. Lavorano,natürlich, ma oltre il la voro hanno un mondo, spesso sportivo, a cui danno grande importanza. Perciò in Südtirol si lavora di norma dalle 8 alle 17 per cinque giorni a settimana – anzi, quattro e mezzo, visto che il venerdì pomeriggio è libero – e chi è più fortunato fa i turni, dicono, in modo da iniziare prima dell’alba e finire all’ora di pranzo, o iniziare nel pomeriggio e terminare di notte, potendo così dedicare tutto il resto del tempo alla bici, alla corsa in montagna, all’arrampicata, all’enduro, al volo in parapendio. Spesso le persone vivono non lontano dal luogo di lavoro, i loro spostamenti hanno breve durata, e se ammettono di passare del tempo nel traffico, la verità è che non hanno idea di cosa sia il traffico – chi si lamenta del traffico di Bolzano, il Raccordo anulare non l’ha visto mai.

Ma la spesa? Lo shopping? Le visite mediche? Il parrucchiere?

Ladies and gentlemen, meine Da