: John Stuart Mill
: La schiavitu' delle donne
: Booklassic
: 9789635266890
: 1
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: Sonstiges
: Italian
: 84
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: ePUB

Influenzato dalle idee femministe della moglie Harriet Taylor, Mill scrisse nel 1869 La servitu delle donne, in cui rivendica la parita dei sessi nel diritto di famiglia e il suffragio universale, sostenendo che cio migliorera anche gli uomini, i quali smetteranno di sentirsi superiori solo per il fatto di essere maschi e mettera fine all'ultimo residuo di schiavitu legale esistente dopo l'abolizionismo dello schiavismo dei neri negli Stati Uniti.

I.


Io mi propongo in questo saggio, di spiegare colla maggior possibile chiarezza, le ragioni sulle quali si fonda una opinione, che io ho abbracciata fin da quanto si formavano le mie prime convinzioni sulle questioni sociali e politiche, e che ben lungi dal fiaccarsi e modificarsi colla riflessione e la esperienza della vita, non fece che ingagliardire viemmeglio con esse. Io credo che le relazioni sociali dei due sessi, che sottomettono l’un sesso all’altro in nome della legge, sono cattive in sè stesse, e costituiscono oggidì uno dei precipui ostacoli che si oppongono al progresso dell’umanità: io credo ch’esse debbono dar luogo ad una perfetta eguaglianza senza privilegio, nè potere per l’un sesso, come senza incapacità per l’altro. Ecco ciò ch’io mi propongo di dimostrare, per quanto ardua cosa possa sembrare. Sarebbe errore il supporre che la difficoltà ch’io debbo superare, consista nell’insufficienza o nella pochezza delle ragioni sulle quali si basa la mia convinzione: questa difficoltà non è che quella che affrontar deve colui che imprende a lottare contro un sentimento potente ed universale.

Dacchè una opinione è basata sopra i sentimenti, essa sfida i più decisi argomenti, e sembra cavarne forza, invece di affievolirsi: se essa non fosse che il portato del ragionamento, questo, una volta confutato, le fondamenta della convinzione sarebbero scosse; ma quando una opinione non ha altra base che il sentimento, quanto più essa esce malconcia da una discussione, e tanto più gli uomini che la professano si persuadono ch’essa deve basare sopra ragioni che son rimaste fuori di combattimento. Finchè il sentimento sussiste non patisce mai difetto di teorie, ed ha bentosto rinchiusa la breccia dei suoi trinceramenti. Ora i nostri sentimenti sull’ineguaglianza dei sessi sono per molte cause i più sentiti ed i più radicati di quanti circondano e proteggono i costumi e le istituzioni del passato. Non è dunque meraviglia ch’essi siano i più fermi di tutti, e che abbiano resistito meglio di tutti alla grande rivoluzione intellettuale e sociale del tempo moderno, nè deve credersi per questo che le istituzioni più lungamente rispettate siano meno barbare di quelle che si sono distrutte.

Gli è pur sempre un arduo compito quello d’attaccare una opinione press’a poco universale. Senza una straordinaria fortuna, od un talento eccezionale, non si giunge neppure a farsi ascoltare; e si fatica di più a trovar per una tal causa un tribunale di quel che penerebbe un’altra a farsi giudicare favorevolmente. Che se si giunge a farsi ascoltare, non è che a patto di subire condizioni inaudite.

Dovunque, la fatica del provare incombe a quello che afferma. Quando un individuo è accusato d’omicidio, tocca all’accusatore fornire le prove della col