: Valentina Cassinelli, Claudio Meironi
: Namibia alla scoperta di una terra selvaggia e senza tempo
: Polaris
: 9788860591128
: 1
: CHF 5.30
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: Reiseführer
: Italian
: 272
: Wasserzeichen
: PC/MAC/eReader/Tablet
: ePUB
La Namibia è un paese assolutamente unico per la varietà delle specie viventi e delle bellezze naturali che la caratterizzano e, proprio per le sue innumerevoli sfaccettature, è chiamata il 'Diamante d'Africa'. Emozionanti safari fotografi ci alla ricerca della fauna africana, esplorazioni botaniche, trekking lungo canyon e affascinanti paesaggi semidesertici sono alcune delle numerose esperienze che potrete vivere durante un viaggio in Namibia. Ma non finisce qui. Dalle spumeggianti cascate di Epupa Falls alle pitture ed incisioni rupestri di Twyfelfontein; dalle colonie di foche di Cape Cross ai relitti di navi della Skeleton Coast; dai fenicotteri rosa della Sandwich Harbour ai tramonti sulle più alte ed antiche dune del mondo, nel Namib Desert; dalla ricca fauna dell'Etosha National Park alle bellissime donne Himba ai confini con l'Angola; dal Fish River Canyon al selvaggio Damaraland. Ma anche le città: la capitale Windhoek, la città fantasma di Kolmanskop, le 'tedesche' Luderitz e Swakopmund. Una guida preziosa che aiuta il viaggiatore a muoversi, a visitare il paese e a riconoscere le varie specie animali dall'osservazione delle tracce. Inoltre consigli pratici anche sugli acquisti e sugli accessi ai vari parchi con itinerari e percorsi dal nord al sud del paese.

Da vent'anni abbiamo impostato la nostra vita considerando prioritario il poter dedicare lunghi periodi al viaggio ed in particolare alla conoscenza del Continente africano. Il primo lavoro letterario, la guida turistica della Namibia, è scaturito a seguito di esperienze e conoscenze acquisite lavorando sul posto, prima collaborando per un noto tour operator e poi come amministratori in una tenuta privata a contatto con lavoranti indigeni ed animali selvatici. Abbiamo effettuato numerose spedizioni, per la maggior parte in solitaria, in molti Paesi, fra cui Kenya, Tanzania, Botswana, Zimbabwe,Tunisia, Marocco, Mauritania, Mali, Niger e Libia. Negli ultimi anni abbiamo esplorato il Senegal e la Gambia, visitati più volte per permettere la stesura del libro di viaggio 'Senegal e Gambia, il ritmo pulsante dell'Africa nera', sempre per Polaris. Collaboriamo con riviste per quanto riguarda la sezioni viaggi, turismo e natura, rilasciamo interviste radiofoniche e partecipiamo a fiere di libri e di viaggio. In qualità di scrittori ed competenti del Continente africano, impartiamo saltuarie lezioni presso alcuni Istituti scolastici della provincia.

1.2 Popoli


Generalmente, parlando di gruppi etnici africani si fa riferimento a due grandi ceppi: Bantu e Niloti. I Bantu, originari dell’Africa centrale nella regione dei grandi laghi, dopo numerose migrazioni e mescolanze con altre genti occuparono gran parte dell’Africa centrale e meridionale. I loro caratteri somatici sono tipici negroidi, con naso schiacciato, statura mediamente bassa e corporatura robusta. I Niloti, originariamente stanziati lungo il bacino del Nilo, hanno tratti somatici più delicati, pelle molto scura e sono di statura più alta; anche i loro discendenti, dopo secoli di spostamenti ed incroci con diverse popolazioni, si sono diffusi su tutto il continente. La popolazione nera della Namibia appartiene per l’80% al gruppo Bantu, mentre il rimanente 20% ha origini ottentotte, un nome attribuito dagli olandesi agli indigeni che originariamente popolavano la zona del Capo di Buona Speranza, Khoikhoi il loro vero nome. A questo gruppo appartengono anche i Boscimani che conservano tratti somatici molto simili. Caratteristiche comuni sono gli occhi a piega quasi mongola, colore giallastro della pelle ruvida e rugosa; generalmente, sono di corporatura magra, ma le donne sovente hanno sviluppati cuscini adiposi sulle natiche.

Ovambo


Gli Ovambo sono il gruppo più importante e numeroso del paese; sotto questo nome vengono raggruppate differenti tribù che vivono nel nord della Namibia e nel sud dell’Angola. Alcune di queste, provenienti dalla regione dei grandi laghi nell’Africa orientale, intorno al 1450 d.C. si stabilirono a nord dell’Etosha Pan tra il fiume Kunene ed il fiume Okavango. La zona ancor oggiè chiamata Ovamboland. Ogni tribù possiede una propria identità politica ed un suo territorio, pur conservando uguali origini e cultura. Esse rappresentano circa il 50% della popolazione totale della Namibia con oltre 700.000 individui. Gli Ovambo praticano un’economia mista di agricoltura (coltivazioni di miglio, mais, sorgo, fagioli, angurie) tradizionalmente portata avanti dalle donne, ed allevamento di bestiame (bovini, caprini, ovini, asini e cavalli). Anche gli Ovambo seguono le antiche usanze dei popoli pastori che considerano i bovini simbolo di ricchezza e ne praticano l’abbattimento solo in funzione dei bisogni familiari e commerciali. Un’altra fonte di sussistenza per la popolazione ovamboè data dalla pesca, praticata in alcuni laghetti e corsi d’acqua durante la stagione delle piogge. L’artigianato fa parte della tradizione Ovambo: gli uomini sono abili nell’intagliare il legno creando splendide sculture raffiguranti animali e volti, mentre le donne confezionano cesti e piatti in paglia. L’organizzazione familiare attribuisce i poteri alla madre, la quale, alla sua morte, li trasmette alle componenti femminili della famiglia. Tutto ciò ha comportato problemi, specialmente con le leggi namibiane riguardanti l’eredità, la successione e la residenza dopo il matrimonio. Recentemente, dopo l’indipendenza, la dottrina cristiana ed i contratti di lavoro hanno parzialmente modificato la mentalità ovambo verso una linea più patriarcale, adeguandosi in tal modo all’organizzazione della società namibiana. Attualmente, un gran numero di Ovamboè emigrato dall’Ovamboland nelle altre parti del paese e costituisce un’importante forza lavoro nella pesca, nelle miniere, negli uffici statali, nella polizia e nell’esercito. Gli Ovambo hanno sempre avuto un ruolo importante nella politica della Namibia.

Herero


Di origine Bantu, originariamente pastori ed allevatori di bestiame, migrarono in Namibia diversi secoli fa e si stabilirono per circa 200 anni nella regione del Kaokoland prima di scendere verso sud, dove raggiunsero il fiume Swakop e la sua valle verso la metà del XVIII secolo; dopo un ulteriore spostamento verso est, durante il XIX secolo, si stabilirono nella regione centrosettentrionale del paese, dove attualmente vivono. Oggi gli Herero sono circa 130.000 ed anch’essi hanno una suddivisione interna in diversi gruppi, a seconda della discendenza. Sono stretti parenti degli Himba e parlano il loro stesso dialetto. Nel 1904-1905, durante la colonizzazione tedesca, ci fu una grande rivolta degli Herero; il generale tedesco Lothar Von Trotha soffocò questa insurrezione nel sangue, compiendo un vero e proprio massacro, il peggiore che la storia della Namibia ricordi, in cui gli Herero vennero decimati. Malgrado il tentativo di eliminare le loro cultura e tradizioni, e i successivi tentativi di confisca delle terre, gli Herero riuscirono a rimanere uniti e mantenere stretti legami di solidarietà tribale, di vita familiare e di coscienza nazionale. A testimonianza di ciò, ogni anno verso la fine di agosto viene celebrato il Maherero Day in onore di un loro grande capo tribù del passato. Ad Okahandja, Omaruru e Gobabis, in particolare, sono organizzati grandi festeggiamenti dove le donne Herero sfoggiano i loro tradizionali e coloratissimi abiti vittoriani.

Damara


I Damara fanno parte di uno dei più antichi gruppi etnici della Namibia e provengono originariamente dalla zona ovest del Sudan, quindi appartengono al ceppo nilotico, anche se l’aspetto fisico può far pensare al contrario. Sebbene numerosi ritrovamenti archeologici dimostrino che i Damara fossero pastori, in realtà si furono principalmente cacciatori e raccoglitori, dediti però anche all’agricoltura. Nel XVIII secolo furono oggetto di persecuzioni da parte dei Nama e degli Herero, e durante la fuga molti di loro si rifugiarono tra le montagne e nelle zone meno popolate del paese. Negli anni Settanta fu creato il Damaraland, vasta